La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore

La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore

Procedendo verso l’abitato di Dardago, e la sua Piazza, si presenta ai nostri occhi la chiesa di Santa Maria Maggiore. La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore risale come Pieve al 1285.

La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore attuale fu costruita, sulla pianta della precedente, dal 1786 al 1823 e fu consacrata dal vescovo Carlo Ciani di Concordia il 12 Ottobre 1823. La facciata, tripartita da quattro lesene doriche, culmina in un frontone triangolare nel cui timpano si apre in posizione centrale un oculo, alla cui base campeggia la scritta: B. M. VIRGINI ASSVMPTÆ SACRVM.

Le due campate laterali sono distinte in due nicchie contenenti ciascuna una statua: Mosè con le tavole della legge a sinistra e San Pietro con le chiavi del Paradiso a destra. Il portale-edicola è sormontato da un grande rosone con croce inscritta. L’interno, in stile neoclassico, si compone di un’aula unica, terminante con un’abside rettangolare e con a fianco la sacrestia e un vano accessorio.

Per quanto riguarda l’altare maggiore, l’ipotesi più attendibile è quella del prof. Fabio Metz, che lo vede provenire dalla chiesa demolita di S. Maria Nova di Venezia e portato a Dardago a seguito della soppressione della parrocchia suddetta avvenuta per decreto napoleonico il 27 giugno 1808. Sopra l’altare, a lato della statua lignea dell’Assunta, si trovano le statue lignee di Sant’Andrea e di Santa Lucia, opera del coneglianese Antonio Pigatti del 1708. Gli altari laterali sul lato sinistro risalgono al XVIII secolo e sono opera del dardaghese Anzolo Antonelli e del veneziano Anzolo Franceschini. Il primo, contenente la Crocifissione di Gesù Cristo, risale al 1735 mentre quello della Madonna del Rosario risale al 1723. Sul lato destro, quello della Madonna della Salute e quello di San Giovanni Battista sono probabilmente coevi per opera di anonimi artisti veneziani.

Il soffitto è stato affrescato, nel 1823, dal veneziano Carlo Bevilacqua, che vi ha rappresentato Maria Assunta in cielo fra gli apostoli, ispirata all’opera del Tiziano presente in Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. Dalla chiesa precedente provengono diversi arredi ancor oggi visibili tra cui la pala del XVI secolo raffigurante i Santi Stefano, Rocco e Sebastiano. Sopra il portale d’ingresso, racchiuso in cassa settecentesca, trova sistemazione l’originale  organo a 27 canne di provenienza veneziana. Potrebbe trattarsi come ipotizzato dal prof. Fabio Metz, dello strumento costruito da Gaetano Callido nel 1780 per Santa Maria Nova opera 167 come specificato nel primo tabellone dell’elenco originale delle opere callidiane. Chiaramente discosta dalla chiesa, al di là della strada, si slancia la torre campanaria, costruita in dieci anni tra il 1853 ed il 1863, con pietra locale. Nel 1951, si procedette al rifacimento del pinnacolo a cuspide appuntita, in sostituzione di quello precedente a pigna, tipico di altri campanili della zona. L’altezza complessiva del campanile risulta oggi di 45 metri.

[ Fonte: http://bellezzedimenticate.it/ ]